
La Divina Commedia dipinta di Madè
Firenze – Inaugurata sabato 23 maggio alle 17.00 la mostra “La Divina Commedia dipinta” di Madè, eccezionalmente esposta nella Cappella Cerchi in Santa Croce.
L’evento è stato preceduto dalla conferenza tenutosi nella vicina Sala del Cenacolo, alla quale hanno preso parte tanti amici e collezionisti dell’Artista giunti da ogni parte d’Italia e tanti fiorentini, alcuni dei quali, a conclusione dell’evento, hanno voluto esprimere all’Artista ed alla stessa Opera di Santa Croce, il loro apprezzamento.
L’esposizione che si concluderà il prossimo 28 giugno, è stata organizzata dall’Associazione Culturale “Festina lente” di Monreale, in collaborazione con l’Opera di Santa Croce.
I tredici dipinti esposti ed i due piatti, tutti realizzati dall’artista Pippo Madè, sono di proprietà del Centro Studi Danteschi di Ravenna dove, nello scorso aprile, è stata istituita, nella Sala Padre Severino Ragazzini, la “Pinacoteca Dantesca Madè”. Mostra di immagini che riassumono l’esperienza di vita e di impegno di un autore che nel suo percorso artistico ha coniugato lo stile più autentico e profondo della sua terra di Sicilia con lo spirito più intimo del poeta più conosciuto al mondo. Diventa infatti l’isola siciliana il riferimento geografico e storico del componimento dantesco in un travolgente riassunto enciclopedico di personaggi e vicende. L’esposizione, organizzata dall’Associazione Culturale “Festina lente”, con la sua tappa fiorentina, segue quella ospitata a Ravenna nello scorso aprile presso la Basilica di San Francesco e proseguirà il suo cammino ad ottobre a Vienna alla Minoritenkirche. Dagli spazi francescani di Santa Croce che ospiteranno la mostra, il giovane Dante poté assistere nel 1295 alla posa della prima pietra di quella che rimarrà come la più vasta basilica francescana nel mondo. Sarà infine nel 1865, proprio con l’inaugurazione di una statua a Dante nel centro della piazza di Santa Croce, che Firenze troverà la sua consacrazione di madrina di un’Italia che farà definitivamente sua la lingua del sommo poeta.